La dermatite atopica è una malattia multifattoriale nella quale fattori genetici e ambientali giocano un ruolo molto importante nella manifestazione della malattia.1
La dermatite atopica è una malattia multifattoriale nella quale fattori genetici e ambientali giocano un ruolo molto importante nella manifestazione della malattia.1
Due fattori di rischio sembrano essere associati fortemente, e in maniera consistente, con lo sviluppo della dermatite atopica (DA):2
Per quanto riguarda la familiarità, studi epidemiologici e su gemelli hanno indicato che:
Alimentazione
Alcuni studi mostrano che un elevato consumo di pesce durante la gravidanza diminuisce il rischio di dermatite atopica del 25-43% nei primi 5 anni di vita.6 Tuttavia, a oggi, le evidenze non sono tali da poter suggerire specifiche raccomandazioni dietetiche, o altre misure, in grado di essere efficaci nel prevenire la malattia.
Inquinamento dell’aria
Data l’ampia numerosità di casi di dermatite atopica (circa 1/3) che si verifica nel primo anno vita, è fondamentale considerare l’impatto di un’esposizione prenatale all’inquinamento dell’aria.6
Fumo di sigaretta
È stata notata una relazione tra fumo di sigaretta e insorgenza, o peggioramento, della dermatite atopica negli adulti.6 Il fumo di sigaretta, sia attivo che passivo anche negli adolescenti, è associato con la dermatite atopica. Infatti, da un punto di vista immunologico, il tabacco favorisce l’infiammazione e riduce la funzione di barriera della pelle.6
Animali domestici
Stare a contatto con un cane ha un effetto protettivo, soprattutto nei primi anni di vita mentre, al contrario, l’effetto del contatto con un gatto non è chiaro.6
Microbiota intestinale
La flora intestinale dei bambini nei primi anni di vita, che successivamente sviluppano la dermatite atopica, presenta per lo più Staphylococcus aureus e batteri coliformi e una minor presenza di lattobacilli e bifidobatteri.6
Clima
L’esposizione al sole migliora i sintomi della dermatite atopica, sia perché ha un effetto immunosoppressivo, sia perché aumenta i livelli di vitamina D. Infatti la carenza di vitamina D è associata a manifestazioni più severe della malattia.6 Tuttavia questo aspetto merita ulteriori studi dato che, in alcuni casi, si è verificato un aggravarsi della malattia durante l’estate.6
Vita urbana e vita rurale
Il rischio di dermatite atopica è maggiore nelle città rispetto alle campagne a causa della presenza di fattori di rischio ambientali quali inquinamento, differenze nelle abitudini igieniche, esposizione ad allergeni, infezioni microbiche, uso di antibiotici, fattori dietetici. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare i benefici della vita in campagna, rispetto a quella in città.6
Alimentazione
La dieta occidentale, ricca di cereali raffinati, carne rossa e conservata, e acidi grassi saturi e insaturi aumentano il rischio dell’insorgenza della malattia.
Alcuni dati mostrano un effetto protettivo nell’assunzione frequente (1-2 volte/settimana) di frutta fresca e un effetto aggravante del cibo fast-food, soprattutto se assunto per un numero di volte alla settimana superiore a 3.6 Tuttavia, a oggi, le evidenze non sono tali da poter suggerire specifiche raccomandazioni dietetiche, o altre misure, in grado di essere efficaci nel peggiorare o migliorare la malattia.
Fumo di sigaretta
È stata notata una relazione tra fumo di sigaretta e insorgenza e/o peggioramento della dermatite atopica negli adulti.6
Varicella
Le complicazioni, a livello cutaneo, correlate con l’infezione da virus Varicella Zoster (varicella), come la varicella emorragica e le sovrainfezioni della pelle e dei tessuti molli, sono significativamente più comuni nei bambini con dermatite atopica. L’inclusione della dermatite atopica come “indicazione speciale” nei programmi vaccinali dell’infanzia potrebbe prevenire questi problemi.7 Per qualunque informazione su indicazioni, tempistiche e modalità delle vaccinazioni in età pediatrica, ricorda sempre di consultarti con il tuo medico di fiducia.
Infine, anche se gli studi hanno fornito dati discordanti circa l’associazione dell’allattamento al seno con la dermatite atopica nel limitare il rischio di malattia5, in tutti i casi in cui sia possibile, è raccomandato l’allattamento al seno per i primi 6 mesi di vita del bambino. Al di là del possibile ruolo protettivo o meno nei confronti dell’insorgenza della DA, l’allattamento al seno si associa a dimostrati benefici per la mamma e per il neonato, sia per l’immunità passiva sia per il legame mamma-neonato.2
Bibliografia
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