È stato dimostrato che la diagnosi tardiva di artrite psoriasica è associata a un peggioramento nelle funzionalità fisiche: un ritardo di 6 mesi dall’insorgenza dei sintomi alla prima visita dal reumatologo può comportare maggior danno osseo a livello articolare e di conseguenza, con un impatto sulla qualità della vita. Questi pazienti hanno una maggiore frequenza di malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica e depressione: tutte comorbidità legate al livello infiammatorio dell’individuo e quindi scatenate dalla stessa causa dell’artrite psoriasica.

Ecografia

Risonanza magnetica (MRI)

Radiografia

Tomografia computerizzata (TC)

Scintigrafia ossea

Negli ultimi anni, l’ecografia e la risonanza magnetica rappresentano le metodiche d’elezione per la diagnosi di artrite psoriasica.

Attualmente esistono differenti terapie mirate per la gestione dell’artrite psoriasica. Nella scelta terapeutica, il medico valuterà i sintomi presenti e il quadro clinico complessivo del paziente: sarà importante capire quali siano le manifestazioni cliniche e le parti del corpo interessati (articolazioni periferiche, ossa, tendini, cute e unghie…) così da poter decidere quale sia il farmaco più adeguato nel trattamento dei differenti sintomi.

Il trattamento ha come scopo quello di ridurre la comparsa dei sintomi cronici, migliorando in questo modo la qualità di vita dei pazienti e tenendo a bada la comparsa di possibili complicanze.

Trattamenti:

• FANS ossia Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (per esempio l’ibuprofene)
• Corticosteroidi
• Farmaci antireumatici convenzionali sintetici modificanti la malattia (DMARD)
• Farmaci biologici

illustrazione di dottoressa con in mano una capsula

Bibliografia

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