Il dolore, in generale, coinvolge l’attivazione di specifici recettori periferici (chiamati nocicettori) che sono deputati al rilevamento del dolore e in particolare a uno stimolo termico, chimico o meccanico che può essere dannoso.

Perché è così difficile trattare il dolore cronico (moderato-grave)? Stabilire una terapia che funzioni per tutti, a causa delle caratteristiche individuali dei pazienti, può essere complesso, sia per la natura progressiva della malattia, che per la presenza di diversi meccanismi che portano al dolore, così come per la concomitante presenza di eventuali malattie associate.

Il reumatologo utilizzerà un trattamento antinfiammatorio per agire sulla causa primaria di dolore cronico.

Per valutare il grado di dolore di ogni paziente, esiste una scala particolare, chiamata VAS Visual Analogic Scale (Scala Visuale Analogica), in cui il paziente indica un punto lungo la scala, che rappresenti l’intensità di dolore percepita.

La scala VAS, acronimo di Visual Analogic Scale, ossia Scala Visuale Analogica, è ampiamente utilizzata in reumatologia. È infatti uno strumento affidabile e riproducibile, che permette di restituire una misurazione lineare del dolore evitando barriere linguistiche.

illustrazione di scala VAS

La Scala Analogica Visiva VAS è la rappresentazione visiva dell’ampiezza del dolore che un paziente crede di avvertire. La Visual Analogue Scale è una scala lunga che va da 0 a 10, dove 0 indica assenza di dolore e 10 indica la massima intensità di dolore che provi. Indica visivamente il punto sulla linea che corrisponde al dolore sperimentato in base agli estremi indicati. Ogni numero corrisponde al grado di dolore provato. Condividi il numero con il tuo medico.

VAS Visual Analogic Scale

indicare con un click sul punto in cui si colloca il dolore, considerando i due estremi della retta come "dolore assente" e "il dolore più forte mai provato".

Scarica la scala

La Visual Analogue Scale (VAS) e il suo utilizzo non sostituiscono il parere del medico e non intendono fornire consigli né diagnosi mediche. A tale scopo è bene sempre rivolgersi al proprio medico curante o allo specialista di riferimento.

Bibliografia

Hendricks O, et al. BMJ Open 2019;9:e028197. doi:10.1136/bmjopen-2018-028197

Delgrado et al, Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons, March 2018, Vol 2, No 3.